Il termine osmiza (o osmizza) è il calco dallo sloveno osmica, che a sua volta deriva da osem, che significa otto. Nel tardo ‘700, questo era infatti il numero di giorni massimi concessi dall’imperatore austro-ungarico ai contadini, per vendere i prodotti in surplus dei propri terreni.
In riferimento a questa storia, il termine osmiza identifica ancora oggi un locale tipico dell’altopiano carsico, tra Italia e Slovenia, dove si vendono e si consumano vini e prodotti locali (come salumi e formaggi), direttamente nel luogo in cui vengono prodotti. Per questi motivi, le osmize sono considerate un vero e proprio patrimonio storico e culturale locale.
L’atmosfera di un’osmiza è, come dicono i triestini in sloveno, sempre molto domača (“domaccia”), ossia accogliente e casalinga. La location tipica prevede un locale rustico con terrazzo o spazio aperto, dove vengono disposti tavoli e panche di legno.
In osmiza c’è una regola: si possono vendere solo prodotti freddi e artigianali. Potrai trovare tutti i vari insaccati derivati dal suino, formaggi e uova sode (i cosiddetti “ovi duri” in dialetto triestino). I taglieri sono sempre accompagnati dal vino, vera anima della festa in un’osmiza che si rispetti! I vitigni tipici del Carso sono il Terrano (rosso), la Vitovska e la Malvasia (bianchi).
Alcune osmize estendono la propria offerta includendo nella scelta anche verdure, sottoli e sottaceti, olive, dolci e – in ottica più giovanile – degli aperitivi preparati con i prodotti locali.
Ad ogni modo, lo scopo dell’osmiza non è quello di sfamare con grandi quantità di cibo, quanto piuttosto di offrire un’ambiente informale, rilassato e casalingo in cui passare del tempo spensierato insieme ad amici e persone care.
Per informazioni sui periodi e orari di apertura delle varie osmize presenti sul territorio intorno a Trieste, visita il sito https://www.osmize.com/